Lecce – Di questi tempi l’espressione “politica educata” può sembrare un ossimoro, travolti come siamo da espressioni e comportamenti che i social media hanno amplificato senza riuscire a governare.
C’è però chi crede ancora che “la politica educata” sia un’espressione densa di contenuti. La Chiesa di Lecce, attraverso la Caritas e la Pastorale sociale del lavoro, ha promosso infatti nei mesi della pandemia, una proposta di formazione alla politica che passa attraverso i giovani. Una idea di scuola di formazione politica che sembra una cosa d’altri tempi, ma invece si è rivelata particolarmente attuale. Essa ha coinvolto i giovani dell’Azione cattolica della diocesi di Lecce, coordinati da Francesco Capone e Luigi Lochi, due studiosi che si sono formati con Giuseppe de Rita e Carlo Borgomeo. Il loro lavoro con i giovani è stato indirizzato a leggere le esigenze e le emergenze del territorio della diocesi, per tradurle in progettualità politiche.
La ricerca, raccolta in un agile volumetto con i contributi di Gianfranco Brunelli, Agostino Giovagnoli, Francesco Occhetta e Marco Rizzi, sarà presentata mercoledì 16 giugno alle 18.30, nel chiostro dell’ex seminario vescovile in Piazza Duomo, alla presenza dell’arcivescovo di Lecce, mons. Michele Seccia, che ha fortemente sostenuto l’iniziativa, dei componenti della pastorale sociale del lavoro e della Caritas diocesana, che anche attraverso questa iniziativa, continua la sua trasformazione da organizzazione eminentemente assistenziale, a “lievito” di iniziative sociali che coinvolgono tutti i cittadini, anche quelli meno vicini alle espressioni e ai riti religiosi. L’evento sarà trasmesso in diretta sulla pagina Fb di Portalecce (regia di Tonio Rollo).
“Questa iniziativa – afferma don Nicola Macculi, direttore della Caritas diocesana – è una buona prassi dal momento che parte dal basso, mette al centro le problematiche della società salentina e tenta di offrire soluzioni alle situazioni conti genti del territorio. La Caritas diocesana, la pastorale del lavoro e l’Azione cattolica si sono sforzate di dare risposte utili alle comunità. La pandemia ci ha costretto ad usare il web, ma questo è solo l’inizio e ci auguriamo che il tentativo possa essere non solo replicato, ma possa trovare anche interlocutori attenti nelle realtà istituzionali.”