La solidarietà non ha scadenza:percorsi di accoglienza in famiglia per donne afghane e bambini

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Sono passati quattro mesi dalla presa di potere dei talebani in Afghanistan, i riflettori sulla drammatica situazione si sono già spenti. Le immagini di uomini disperati aggrappati agli aerei diretti in Occidente, di donne che lanciavano i propri figli oltre il filo spinato, nella speranza di salvarli dalla tirannia della loro terra sono un ricordo lontano.
Nonostante l’attenzione mediatica si concentri su altre notizie, la crisi umanitaria afghana è ancora in atto. Per fortuna, non tutti lo hanno dimenticato e il tempo della solidarietà non ha scadenza. A questo proposito, l’associazione Arci Lecce è promotrice, insieme ai suoi Circoli Rifugio, di percorsi di accoglienza in famiglia. L’obiettivo è quello di accogliere 100 individui nell’arco di due anni. Ognuno di noi può dare il proprio contributo. Si tratta di progetti rivolti ad attivisti dei diritti umani o a giornalisti afghani, ma soprattutto a donne, sole o con bambini, che possono essere ospitate da famiglie locali per un breve periodo, prima del loro inserimento in progetti di accoglienza ordinari. É infatti ben noto che le emergenze umanitarie riguardano prevalentemente donne e bambini. Dal ritorno al potere del regime talebano, le donne afghane sono state  poste sempre più ai margini della vita del Paese: sono state allontanate dai posti di lavoro, dalle scuole, che sono state riaperte soltanto a studenti e insegnanti maschi e anche dagli incarichi pubblici, posto che le dipendenti pubbliche sono state costrette a casa sino a nuovo ordine. É stata a tutti gli effetti una stretta fondamentalista mascherata da motivi di sicurezza, che ha visto violente ripercussioni su coloro che si sono ribellate. A tutto ciò si aggiungono l’allarme freddo dovuto all’imminente inverno che, in Afghanistan, può registrare temperature fino a 25 gradi sotto lo zero, ed il pericolo fame. Queste minacce possono rivelarsi fatali per i numerosissimi sfollati interni, calcolati in quasi 700mila, e soprattutto per i bambini.

Rispondere a queste emergenze è lo scopo di Arci Lecce Solidarietà, che  in aggiunta all’accoglienza, fornirà agli ospiti supporto legale, psicologico e sociale, con l’affiancamento di mediatori anche durante la permanenza in famiglia e che si occuperà degli accompagnamenti presso gli enti preposti, come questura, Asl o scuole. I percorsi in famiglia avranno la durata di 4 o 5 mesi ed offriranno ai beneficiari un’opportunità unica di inserimento sociale e di avviamento all’autonomia all’interno di un contesto del tutto nuovo.

“L’incontro e la conoscenza reciproca regaleranno, anche alle famiglie ospitanti, un’esperienza umana unica – spiega Anna Caputo, presidente di Arci Lecce Solidarietà -, a contatto con una cultura millenaria ben diversa da quella che gli estremisti, attualmente al governo a Kabul, vorrebbero imporre in quel Paese, martoriato da guerre e occupazioni senza fine”.

Proprio in virtù di questi progetti di accoglienza, nel mese di Novembre Arci Solidarietà ha lanciato una campagna fondi denominata “Call for Afghanistan: corridoio per la libertà” per poter amplificare il più possibile l’invito a fare delle piccole donazioni a sostegno dell’importante azione umanitaria promossa dall’associazione.

L’ammirevole intento di Arci Lecce è quello di fornire aiuti concreti ai più bisognosi dall’altra parte del mondo, in un territorio che vive una situazione precaria, di cui quasi nessuno sembra interessarsi, coinvolgendo le tante persone che nei mesi scorsi si sono sentite solidali con il popolo afghano e orientate ai percorsi di accoglienza, per dare loro la possibilità di fare qualcosa di concreto che possa garantire un’occasione di rinascita e un futuro libero da violenze e paure.