“La tenerezza del Natale nella bellezza del presepe”: a Trepuzzi, dal 20 dicembre, una mostra itinerante in memoria di Vincenzo De Luca

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Trepuzzi (Le) – Un titolo suggestivo, magico, psichedelico con le sue lucine colorate, “La tenerezza del Natale nella bellezza del presepe”, l’esposizione organizzata dall’Accademia del Santino”a Trepuzzi in collaborazione con la Pro Loco Casalabate – Marina di Trepuzzi. La mostra itinerante sarà inaugurata il 20 dicembre aperta fino al 26 nella Chiesetta di San Giuseppe, dove sosterà altresì poi nei pressi al Centro culturale anziani, al Circolo Culturale Galileo in Corso Umberto I e presso la Pro Loco a Casalabate sita in Piazza Lecce.

Gli spazi sono dedicati alle opere presepiali del compianto Vincenzo De Luca, detto Enzo, le cui mega composizioni lasciano una rilevante traccia nella cultura locale nel campo delle costruzioni presepiali natalizie.

L’Accademia del Santino, il direttivo e i soci ringraziano la sig.ra Mimina e la famiglia De Luca per aver concesso di posizionare queste opere artistiche, “sacre” per la ragione per cui sono state prodotte. Concentrati nella Cappella delle Anime invece gli artisti: Tonio Zaccaria, Luigi Palma e Giuseppe De Luca.

L’allestimento artistico visitabile, dalle ore 10 alle 12 e dalle 17 alle 19, a Casalabate sarà presentato al pubblico per la sua rilevanza religiosa da Fra Antonio Mattia e per l’aspetto meramente tecnico-culturale dal Prof. Salvatore Elia. Modera la presidente dell’Accademia del Santino la Prof.ssa Anna Blasi.

Onorato con tutti i crismi della sacralità il presepe, presente nelle dimore che mette a fuoco l’icona domestica della Trinità, valorizza un contesto ”umano” in cui i vari personaggi dislocati sulla carta roccia tributano gli onori all’Oggetto delle visite degli estimatori, il Bambino Gesù. Lo spirito con cui si realizzano queste creative raffigurazioni, secondo lo studioso della storia patria, Elia, risale ad un movimento a ritroso che porta l’uomo alla sua infanzia, e dà corpo ad un modello che si accosta molto alla tradizione partenopea. In sostanza si usano per ottenere l’effetto emozionante “forme presepiali con tecniche più varie, cartapesta, gesso, materiali metallici che restituiscono originali paesaggi anche mediorientali, grazie all’estro creativo”.

Ma “quando un’arte può definirsi sacra?” Il professore sostiene che ”l’indole artistica si manifesta più o meno, improntata a caratteristiche di tipo devozionale che trasudano meridionalità e non solo”. In buona sostanza nelle creazioni dei simulacri del “divino” vi è dentro l’intento di cercare aiuto e compagnia in immagini della vita quotidiana, diventate insostituibili punti di riferimento. Ciò evoca il binomio sacro e magico, da sempre esistito.

E per Fra Antonio Mattia il senso attribuito alla figura esteriore del Natale dominata da peculiarità materiali come la produzione di alberi suggestivi e soprattutto presepi è normalmente nell’”Einstellung”, termine tedesco psicologico che sta a significare l’atteggiamento di fondo stereotipato, come molti vivono il fenomeno della venuta di Cristo sulla Terra contornata da manifestazioni commerciali spesso in particolare. Occorre invece interpretare bene l’emblema della Nascita, metodicamente espressa non soltanto con “segni” esterni, come possono essere le composizioni presepiali, secondo altresì per converso un’idea che ha a che fare con l’interiorità dell’Essere suo proprio, scoprirla cioè con il filo” in interiore homine habitat veritas”, come invitava i suoi seguaci il grande Agostino filosofo e santo. È così che ci si spiega la tenerezza del Natale nella bellezza di un presepe che ha sede come un movimento circolare “dentro e fuori” la “vita” del presepe.