Lecce – Nel corso della 14^ edizione del Festival del Cinema Europeo, che si è tenuto a Lecce dall’8 al 13 Aprile, come ogni anno sono state allestite due mostre fotografiche in omaggio a due personalità importanti del cinema.
In questa edizione, protagonista del cinema italiano è stata l’attrice Francesca Neri, mentre per il cinema europeo il regista finlandese Aki Kaurismaki.
La mostra in omaggio all’attrice romana è stata allestita presso l’Ex Monastero dei Teatini, nel centro storico di Lecce. Tante e significative le foto che la ritraevano nei film più importanti della sua carriera: da “Pensavo fosse amore invece era un calesse” accanto a Massimo Troisi, a “A lupo, a lupo” con Sergio Rubini e Carlo Verdone; da “Sud” di Gabriele Salvatores, a “Carne tremula” di Pedro Almodovar; ancora “Matrimoni” di Cristina Comencini, “Io amo Andrea” di Francesco Nuti e “Il siero della vanità” di Alex Infascelli.
Presente tra le foto il regista Pupi Avati che ha diretto la Neri in tre dei suoi film “La cena per farli conoscere”, “Il papà di Giovanna” e “Una sconfinata giovinezza”. Assente invece il regista spagnolo recentemente scomparso, Bigas Luna, che la scelse per il ruolo di protagonista nello scandaloso “Le età di Lulù”.
Diverse le foto in cui viene immortalata con il marito, l’attore romano Claudio Amendola, come nel film “Le mani forti” di Franco Bernini e alla presentazione del film “Melissa P.” di cui è stata la produttrice. Le foto scelte sicuramente esaltano la bellezza della Neri che, anno dopo anno, diventa sempre più affascinante, ma non tralasciano il suo sguardo algido, per il quale forse molti registi l’hanno scelta, e il suo talento di attrice.
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Location non meno ricercata e suggestiva quella che ha ospitato la mostra fotografica in omaggio a Aki Kaurismaki, il Castello Carlo V di Lecce. Tra le foto, scene dei suoi più bei film: “La fiammiferaia”, “Nuvole in viaggio”, “Le luci della sera”, “Miracolo a le Havre”, “Calamari Union” e tanti altri.
Spiega Massimo Causo, curatore della mostra e critico cinematografico: “Abbiamo allestito la mostra fotografica in tre diversi ambienti per dividere, e allo stesso tempo sottolineare, le diverse tematiche che fanno da padrone nei film del regista, come la solitudine, l’amore, la disillusione, ma anche la fiducia. Per esprimere al meglio il pensiero di Kaurismaki, e anche per proiettare i visitatori nel suo mondo, abbiamo pensato di abbinare ad ogni foto tratta da un suo film una sua frase. Così tutti hanno potuto notare la sua estrema sensibilità verso tematiche importanti ed attuali, come l’immigrazione, la povertà e la crisi dei valori, ma hanno anche percepito la sua “fiducia” di fondo e la sua spiccata ironia quando addirittura sostiene che sono stati i finlandesi a portare il tango in Argentina.”
Aki Kaurismaki è realmente spontaneo e ironico come ci spiega Massimo Causo, e ciò lo abbiamo potuto notare soprattutto durante due incontri con lui. Il primo in occasione della conferenza stampa di giovedì 11 Aprile, e l’altro subito prima della proiezione del suo ultimo film “Miracolo a le Havre”, in programmazione al Festival durante la stessa serata presso la Multisala Massimo. Kaurismaki da sempre si propone di fare un cinema accessibile a tutti, “anche ad una donna cinese di campagna e senza bisogno di sottotitoli” come dice lo stesso, e forse è anche per questo che spesso nei suoi film sostituisce i dialoghi con la musica. Il regista finlandese che abbandonò gli studi da giornalista perché “rischiava di perdere il suo stile”, si propone di raccontare sempre “la verità” sul mondo, a volte risultando cinico, altre riuscendo a trovare dell’ottimismo senza troncare con la realtà. Da sempre il suo obiettivo è stato quello “di far uscire il pubblico più felice di com’è entrato in sala” e continuerà a farlo “finché potrà usare la pellicola escludendo volutamente il digitale”.
Sicuramente, più che ad un regista ci troviamo difronte ad un artista, che alla domanda “Quando è nata la tua passione per il cinema?” non risponde nemmeno, guarda la sigaretta elettronica che tiene tra le mani e alza le spalle come per dire “Non lo so, forse da sempre…”.
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