“Il lavoro nobilita l’uomo”. Una delle frasi che ad oggi rappresenta la nostra società, una frase che dà forza all’essere umano per poter proseguire quel percorso di vita che, nonostante tutto, dona a chi lavora il mordente giusto verso il benessere.
Oggi però, vorremmo parlare di un lavoro importante, ma poco apprezzato da chi non ama le lunghe attese: l’informatore scientifico. “L’uomo con la borsetta”, “il commesso”, “lu rappresentante”, “il rompi scatole”, “l’uomo delle medicine”; tanti sono i nomignoli che nel Salento e forse non solo lì, vengono affibbiati a chi, oramai da anni, pratica questo mestiere.
Ma andiamo a vedere nello specifico, come i nostri informatori affrontano la loro giornata lavorativa. Chi di noi nella propria vita, non ha mai avuto bisogno di un farmaco, o semplicemente un integratore che gli permettesse di migliorare la propria esistenza? Chi di noi, non ha pregato affinché un dolore o una semplice febbre non sparisse grazie a uno di questi rimedi? Bene, dietro a tutto quello che un medico prescrive per migliorare la vita di un paziente, c’è l’informatore. Lui si alza ogni mattina recandosi negli studi medici, dove offrirà la propria soluzione terapeutica, che permetterà a chi la assume, di curare i mali che ad oggi fanno parte della nostra società. Ed è proprio lui, che arrivato in uno studio medico, è soggetto a “discriminazioni” da parte del paziente, sol perché può entrare dopo due persone in attesa. E’ qui che iniziano le varie tiritere di tutti coloro che non accettano questa organizzazione nazionale “dell’entrare prima”. Ogni soggetto in attesa, inizia a tirare fuori numerose scuse, pur di entrare prima dell’informatore: “C’ero prima io, non è giusto, mi sono alzato alle 3 di mattina pur di stare qui alle 8 ed essere il primo, nonostante il medico aveva studio alle 11”; “Ho troppo da fare”; “devo cucinare”; “devo andare a prendere mio nipote da scuola” (alle 8.30 di mattina? Forse farà una scuola notturna? Bah!); “devo fare il sugo” (questa è la più bella).
Ed è allora, che l’informatore, con un grosso gomitolo di pazienza sulle spalle, cerca di spiegare al paziente il suo mondo lavorativo, scandito da orari, scadenze e medici persi se un solo minuto sfugge alla giornata facendo entrare una paziente al suo posto. “Devo solo far vedere le analisi”, bene, quelle analisi agli informatori, costano un medico in meno, quindi una novità nel campo della medicina e di conseguenza una cura in meno per quella patologia di cui il paziente soffre.
L’informatore non è solo “l’uomo che frega il posto al paziente”, ma è colui incaricato dalla casa farmaceutica, di portare novità farmacologiche per la cura dello stesso; è colui che ha a cuore la salute di tutte quelle persone sofferenti, quelle persone che hanno una patologia importante. L’informatore non è un venditore, non è un “frega posto”, non è il rompiscatole del paziente, l’informatore è colui che porta la cura, colui che aggiorna il medico sulle novità, senza di esso, l’informazione medica sarebbe ferma.
Ogni giorno, un informatore si alza e sa che dovrà correre per arrivare prima del paziente; ogni giorno, un paziente si alza e sa che dovrà correre per arrivare in studio prima dell’informatore (e del medico); non importa che l’informatore cerchi di arrivare prima dell’assistito, il paziente arriverà sempre in anticipo rispetto all’informatore, questa è una legge universale.