Campi S.na (Le) – “Mi trovo raramente a fare bilanci, sono più propenso a guardare al futuro.”
Così ha esordito Mario Venuti, presenza musicale d’eccezione, ieri ospite della XIX edizione della Città del Libro con il suo disco: “L’ultimo romantico solo”. Siamo riusciti a parlare con lui qualche minuto prima che salisse sul palco. “Il 2014 sarà un anno particolare perché usciranno due progetti che sono rappresentativi del mio percorso musicale: un nuovo disco che ho scritto insieme a Francesco Bianconi e Kaballà che si chiamerà il tramonto dell’Occidente e un altro disco con molto materiale inedito di 30 anni fa, sepolto e ripescato, dei Denovo con cui ho esordito negli anni 80’. Sono progetti che rappresentano, a distanza di 30 anni, la mia evoluzione artistica”.
Alla nostra domanda, su cosa sia cambiato nel corso della sua carriera, ci risponde dicendo che l’entusiasmo nell’intraprendere un nuovo progetto musicale c’è sempre. Tutto fornisce ispirazione per fare musica, col tempo si impara a gestire meglio la creazione ma l’emozione rimane sempre la stessa. Per questo le collaborazioni con altri artisti sono belle e stimolanti perché comportano lo scambio continuo di stimoli e di idee condivise che si sviluppano con il confronto. Sono poi gli altri che ne giudicano il risultato. In questi anni è cambiato invece l’ambiente musicale, in pratica tutto ciò che gira intorno agli artisti. “Ogni città, ogni platea ha la sua peculiarità, spetta alle canzoni il compito di farne esplodere l’energia, l’entusiasmo e la partecipazione.” Conclude così la nostra brevissima chiacchierata e ci saluta avviandosi sul palco.
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