Si è svolta venerdì 3 maggio alle ore 17.30, presso la Sala delle Cariatidi, nel Palazzo Reale, in Piazza Duomo a Milano, la mostra-performance dell’artista Ercole Pignatelli dedicata al “Guernica” dal titolo “Memento Amore Semper”, in collaborazione con il Comune di Milano, il Palazzo Reale e Marsilio Arte.
Pignatelli, settantuno anni dopo, racconta la grande emozione provata nel vedere l’opera di Picasso quando nel 1953, ancora all’inizio della sua carriera artistica, si trovava a Milano proprio nello stesso luogo dove oggi espone, ad ammirare questa gigantesca opera.
“Guernica” è considerata il “Manifesto universale contro la forza cieca delle guerre fratricide che travolgono le popolazioni inermi”, e cristallizza un preciso e drammatico momento storico, quello legato alla guerra civile spagnola e alla città basca Guernica, dove avvenne il bombardamento tedesco che il 26 aprile del 1937 la rase al suolo. L’opera fu realizzata per l’Esposizione Universale di Parigi del luglio 1937 e fece il giro del mondo, oggi è custodita a Madrid nel Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia. La performance, realizzata alla presenza di un numeroso pubblico, è stata possibile grazie all’utilizzo di sette foto scattate nel’37 da Dora Maar e concesse dalla direttrice del Museo Picasso di Parigi Cécile Debray. Sotto lo sguardo ammirato dei presenti, spettatori-testimoni di un evento unico, l’artista Ercole Pignatelli, che con una nota di orgoglio ricordiamo essere di origine salentina, disegnerà o ridisegnerà l’opera di Picasso su una tela della stessa grandezza dell’originale, tre metri e mezzo di altezza per quasi otto metri di lunghezza. La mostra resterà aperta con ingresso gratuito fino al 16 maggio, inoltre, nel Museo del Novecento potranno essere ammirate altre 12 opere realizzate per l’occasione dallo stesso artista.
Ercole Pignatelli, nasce a Lecce nel 1935 e inizia la sua attività artistica prestissimo. Negli anni Cinquanta si trasferisce a Milano, dove entra in contatto con gli artisti del tempo, poeti e letterati. Nel 1954 vince il premio San Fedele per i giovani e da quel momento in poi sarà un susseguirsi di riconoscimenti. Lucio Fontana lo definisce un artista “Libero da asservimenti”, con lui inizia un sodalizio che durerà fino al 1968. Definito “Il ragazzo rondine” il suo grande talento è nel disegno, dal tratto fine e deciso, che da sempre rivela le sue qualità formali e tecniche e il suo desiderio di esprimersi attraverso la pittura.