I luoghi di Renata continua sino alla fine del mese per favorire le visite delle scuole
Nardò (Le) – Sarà possibile visitare I luoghi di Renata, la mostra fotografica di Paolo Laku ospitata al piano terra del castello, anche nel mese di settembre, con l’obiettivo di favorire le visite delle scuole della città e del Salento. La mostra avrebbe dovuto chiudere i battenti lo scorso venerdì 31 agosto, ma l’amministrazione comunale, di concerto con gli organizzatori, ha deciso di dare la possibilità di visitarla anche a studenti, turisti e visitatori in arrivo in questo mese e a chi semplicemente non ha potuto farlo ad agosto.
Si tratta di un bellissimo viaggio fotografico nel paesaggio incontaminato e prezioso di Porto Selvaggio, un percorso che esplora la natura e l’intima solitudine di Renata Fonte, l’assessore neretino che ha difeso strenuamente la bellezza dei luoghi della sua terra, sottraendo Porto Selvaggio alla speculazione edilizia e pagando per questo con la sua vita. Contro la minaccia della cementificazione dell’area, Renata oppose la cultura della bellezza e della salvaguardia dell’ambiente. La sequenza di immagini di Paolo Laku restituisce lo sguardo di Renata, mentre la sequenza di documenti e testimonianze dell’epoca, frutto di una ricerca di Gabriella Della Monaca, ricostruiscono uno dei periodi più difficili della storia di Nardò e del Salento.
Il viaggio parte da Fiumefreddo di Sicilia, in provincia di Catania, dove Renata ha atteso il ritorno nella sua casa, il Salento, guardando il mare, gli scavi archeologici di Torrerossa, la natura incontaminata sugli argini del fiume che diventerà Riserva Naturale nel 1984, anno in cui venne assassinata. Da piazza Salandra al teatro comunale di Nardò, i luoghi di Renata, sono piazze d’incontro e condivisione di valori: le battaglie sociali e civili al fianco del prozio Pantaleo Ingusci, insigne storico mazziniano neretino, l’ascolto delle donne e dei minori, le parole pronunciate dai microfoni di Radio Nardò Uno. Sono luoghi di intima felicità nell’estate salentina a Santa Maria al Bagno tra il sorriso delle sue bimbe e il brusìo del mare. Sono luoghi di lettura: telegrammi, lettere di studenti, disegni di bambini che nel 1978 si mobilitarono per salvare Portoselvaggio. Un movimento spontaneo che spinse Renata a credere che anche l’ultima battaglia contro la minaccia di cementificazione del paradiso selvaggio sarebbe stata vinta. Sono luoghi di ricerca di verità. Il tassello mancante nella storia di una donna che continua a vivere in ogni sguardo che si affaccia su Portoselvaggio.
La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 17:30 alle 20 (tranne martedì e giovedì pomeriggio). L’ingresso è libero.