Novoli, la festa continua con la Sagra del Maiale e “Giro di Banda”. il 19, in Teatro, protagonista il libro di Benedetta Pennetta

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La festa non è finita. Le celebrazioni in onore e devozione di Sant’Antonio Abate proseguono anche domani, giovedì 18 gennaio, e venerdì 19.

Come nei giorni scorsi, nel giorno tradizionalmente considerato del “Ringraziamento”, le Sante Messe saranno celebrate ogni ora a partire dalle 7.30. Alle 18.30, il parroco, don Luigi Lezzi, concluderà i solenni festeggiamenti presiedendo la Messa partecipata da fedeli laici insieme alle autorità civili, al Comitato Festa ed a quanti, in questi giorni, si sono adoperati, ciascuno secondo il proprio “carisma” perché tutto si potesse svolgere serenamente e nel rispetto del cronoprogramma che ci si era prefissato.

Intanto, si continua a parlare di prodotti tipici del territorio con il Gal Valle della Cupa; in particolare di uva e vino: appuntamento alle ore 10 nell’Ostello in Piazza Margherita. E, sempre il vino, sarà protagonista dell’appuntamento delle 16.30, stavolta al Palazzo baronale, con “L’uva di domani: il vino che verrà”.

Dalle 18 alle 21, poi, ancora il Giro delle 7 chiese, per ammirare le foto di Tony Gentile.

Dopo l’ultima messa nel santuario, poi, ci si sposta in Piazza Stazione dove sarà proiettato il videomapping architetturale di Pasquale Lazzari. I festeggiamenti proseguiranno con il lancio di palloni aerostatici, la Sagra del Maiale e, a partire dalle 21, con il “Giro di banda” di Cesare dell’Anna.

Venerdì 19 gennaio, nel Teatro Comunale di Novoli, ancora un nuovo evento culturale a cura dell’associazione Fucina Sociale. Alle ore 19 la presentazione del libro di Benedetta Pennetta, “Grazie per non avermi vista” (Letteratura Alternativa Ed., 2024).

Dialogheranno con l’autrice Gigi Spedicato, sociologo e docente UniSalento insieme ad Antonio Soleti, direttore responsabile di Paisemiu.com e vice presidente di Fucina Sociale.

Incursioni musicali e coregrafiche a cura di Valentina Negro e Bianca Milli.

“Leggo questo testo come una sorta di autoanalisi – srive la prof.ssa Rita Rucconella sua recensione del libro -, come la consapevolezza di un bagaglio pesante di eventi che hanno costruito una vita, ancorché breve, ma intensa. Una borsa della spesa del vivere pesante, carica di mancati apprezzamenti, anche se non se ne comprende il motivo, oggettivamente, perché la Bebe che si racconta perdente è in verità una donna che ha tutto per meritarsi una vita felice e appagata”.