Novoli (Le) – Ci sono alcune tematiche, sulle quali non ci si confronta mai abbastanza, e che talvolta, troppo spesso, vengono relegate ai margini del dibattito pubblico. Una di queste è senz’altro quella dell’inclusione, tema delicato e complesso che rischia con molta facilità di ricadere nella trappola dei luoghi comuni.
Niente di tutto ciò, tuttavia, è accaduto ieri a Novoli, nel Teatro Comunale gremito, un dato da non sottovalutare, dove si è discusso sul tema “Disabili, Diversità, inclusione – Conoscere e ri-conoscersi in una società più accessibile”.
L’evento, promosso dall’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Novoli, è stato realizzato in collaborazione con l’Associazione di Promozione Sociale “Nova LiberArs”, la Coop.va Sociale “L’Integrazione Onlus”, dall’Associazione di Promozione Sociale “Fucina Sociale” e da “I Binari della Tradizione”.
Non un semplice dibattito, dunque, all’interno del quale i relatori alternandosi uno dopo l’atro, hanno elencato necessità e mancanze del sistema inclusivo, ma un momento di confronto su una tematica costantemente all’ordine del giorno, soprattutto per le non poche ostilità che insidiano il mondo dei diversamente abili.
Sono intervenuti: Katia Cosma, Consigliera Delegata ai Servizi Sociale del Comune di Novoli, Emmanuela Rucco, Presidente Nova LiberArs, Veronica Calamo, Presidente “L’Integrazione Onlus”, e Ronny Trio, docente di Marketing del Terzo Settore dell’Unisalento; a moderare l’incontro il nostro direttore responsabile Antonio Soleti, lì presente anche in veste di Presidente de “I binari della Tradizione” oltre che presidente della Casa Editrice “ArgoMenti”. A sostegno della vicinanza delle istituzioni al tema, il Presidente del Consiglio Comunale di Novoli, Giovanni De Luca.
Uno dei momenti che maggiormente è riuscito ad esprimere al meglio l’idea di andare oltre un semplice dibattito, è stato senza dubbio l’incontro con l’autore di “Come le rose a maggio – Una storia vera” (ArgoMENTI Ed., 2016), di Antonello D’Ajello, che sulla propria pelle ha vissuto e vive l’esperienza di un figlio che per un grave virus della mononucleosi, a seguito di complicazioni, ha sviluppato una rara forma di encefalite che lo costringe su una sedia a rotelle. Sollecitato dalle domande di Teresa Romano, docente presso l’Istituto “Calasanzio” di Campi S.na, Antonello ha spiegato come la scrittura per lui, non sia stata solo un modo per veicolare anche ad altre “querce”, così lui definisce i genitori di ragazzi diversamente abili, un messaggio di speranza per il futuro, ma anche un modo per incanalare la sofferenza.
Un racconto di una toccante esperienza di vita e di speranza che ha cambiato la quotidianità e la visione del futuro anzitutto allo stesso Matteo, oggi ventenne, ai suoi genitori ed a quanti gli sono stati vicini e continuano a restargli accanto incoraggiandolo a non mollare e a non lasciarsi rubare la speranza. Una storia di forza che diventa concreta, quando durante un fuori programma, una madre di un ragazzo gravemente ammalato, è salita sul palco per poter leggere una lettera scritta per ringraziare l’autore per quanto è riuscito a trasmettere con la sua opera.
L’inclusione è poi diventata concreta, quando sono stati gli stessi ragazzi facenti parte dell’associazione “L’integrazione Onlus” a raccontare le esperienze vissute grazie al lavoro e alla dedizione di quanti, nonostante tutte le difficoltà denunciate dalla stessa presidente, si sforzano di far si che i bisogni dei ragazzi, uguali a quelli di chiunque altro, possano essere soddisfatti. Ecco allora le storie dei giovani che, al pari dei loro coetanei, hanno raccontato come, nonostante le numerose problematicità, che possono andare dal trasporto al non poter svolgere da soli anche i compiti più comuni, abbiano necessità di lavorare, per avere il sacrosanto diritto ad essere indipendenti, o di fare politica o semplicemente di passare una serata in discoteca. Questo il messaggio che loro stessi hanno trasmesso al numeroso pubblico presente.
La serata, inoltre, è stata allietata dagli interventi musicali di Vincenza De Rinaldis, cantautrice talentuosa, vocal coach e poetessa.
L’inclusione sociale, quella vera, non è fatta di sola accessibilità alle strutture ma anche e soprattutto di attività che consentano al disabile di ri-conoscersi come parte integrante della società in cui vive.