La Lectio Magistralis di Paolo Crepet è quella lectio che affonda il pensiero nella psicologia del senso comune. Non fornisce fantomatiche risposte, ma rappresenta la quintessenza del buon senso. L’amore privilegiato per i fanciulli è celebrato dalla prima all’ultima affermazione dello psichiatra, saggista e autore di 40 libri, tra cui l’ultimo “Oltre la tempesta”, al quale fa riferimento su alcuni passi.
Volge quindi un accorato appello a genitori dall’atteggiamento troppo corrivo, posando l’attenzione sulla struttura della famiglia sulla quale, chiosa, occorre soffermarsi. Necessario ciò per dare una inversione di rotta affinché la vita degli uomini di domani vada con il vento in poppa. La pandemia? Finirà, dice l’illustre psichiatra, il problema reale è quello che si profila quando vi è assenza di comunicazione e deserto dei sentimenti e si elicita nel rapporto tra le agenzie educative principali, scuola e famiglia.
La moda dei modelli peculiari atta a costruire la personalità sulla base di fondamenti virtuali è da aborrire. Contrario alla DAD, il prof. vede nel ricorso al web ad ogni costo uno strumento emergenziale che, se usato e abusato, fa approdare ad una tal sorta di disumanizzazione del genere umano che d’emblée produce automatismi da ricusare. Più propriamente questa modalità di rapportarsi agli altri, se utilizzata in maniera esclusiva, crea problemi a lunga gittata nell’inter-azione fra pari e non solo.
Crepet ammonisce, lanciando idee apparentemente rivoluzionarie e a tratti anacronistiche, come riprendere le vecchie care abitudini, nelle quali, in frangenti come questi di covid, si pretenda dagli allievi il tema d’italiano, secondo i dettami vecchio stile. Evviva, dice, si prescriva la traccia “Che cosa ha significato per te la pandemia?”, sulla scorta del classico intramontabile “Mi affaccio alla finestra e vedo”.
Le parole d’ordine sono: pensare, credere, avere una visione di quello che può succedere in senso positivo, ossia andare al di là delle pessimistiche previsioni che attanagliano il cuore di genitori iperprotettivi. E poi fidarsi e affidarsi ai figli che spesso, con grande sorpresa fanno di più e meglio anche dei genitori. Non occuparsi del loro immediato presente, essere autorevoli e consci che attraverso la frustrazione e la gratificazione avviene la crescita.
Centrando il punto su rapporti genitori-figli, giovani-adulti, docenti-discenti e accorciando le distanze, le conseguenze del dopo-coronavirus fanno ben sperare in una generale umanità più consapevole, longeva e più felice. Ispirarsi alla Montessori può essere un’idea che induce al ragionamento, secondo il suo metodo scientifico, invita a pensare ad ogni abitante del pianeta Terra sempre e comunque nei consueti luoghi di ritrovo, la piazza, la chiesa e, perché no?!, la balera.
Chi oggi vive bene non ha avuto vita facile, sostiene Paolo Crepet. E pertanto solo cambiando , togliendo il posto ad afinalismo, impotenza, inerzia si può dare il varo ad una svolta epocale. Quella attuale è detta era delle comunicazioni e come tale non può non promuovere flussi e riflussi della storia, perché ci saranno. Il pensiero di Crepet in buona sostanza ottimista va visto nella logica del suo manoscritto “Oltre la tempesta” dove alberga il sereno, conclude “ce lo meritiamo”.