Lecce – Non poteva mancare l’apprezzamento di papa Francesco alla missione quarantennale del Movimento per la vita, che nei giorni scorsi ha celebrato a Lecce, all’hotel Tiziano, il XXXVIII Convegno Nazionale dei Centri di aiuto alla vita. Il sommo pontefice ha inviato un saluto alla professoressa Marina Casini Bandini, presidente del suddetto movimento, per esprimere «vivo e sincero apprezzamento per l’opera svolta a difesa e promozione della vita umana quale prezioso e inestimabile dono di Dio e per l’impegno profuso nella costante diffusione della cultura del rispetto della vita». L’augurio del papa «affinché i lavori associativi contribuiscano a rafforzare nei partecipanti la piena consapevolezza e l’importanza di una sempre più incisiva formazione nei confronti delle nuove generazioni, punto fondamentale e decisivo per un più naturale e sereno approccio di amorevole accoglienza e cura del concepito, dal primo momento della sua esistenza fin nelle successive fasi del suo sviluppo».
Impegno avversato da una cultura dilagante in direzione opposta. Il Movimento per la vita ha presentato un progetto di legge per la riforma dei consultori familiari, che, ha osservato la professoressa Casini Bandini, «sono solitamente vissuti come un luogo di accompagnamento all’aborto, dai quali si allontanano gli obiettori coscienza e nei quali si dà anche la pillola Ru 486». Invece, «lo Stato deve dire che nascere è preferibile rispetto che abortire».
Difesa della vita sin dal concepimento. Riconoscere al concepito la capacità giuridica, riconoscergli il diritto alla vita. Altra proposta di legge del Movimento per la vita. E la tutela degli embrioni in provetta abbandonati: meglio adottarli. Un’altra iniziativa legislativa, questa, firmata dal Movimento per la vita. Non si può trattare questi embrioni, come oggetti, ha osservato Marina Casini Bandini, quindi non possono essere usati dalla scienza; ma nemmeno si può farli perire. Dunque, «se sono esseri umani proviamo a farli nascere grazie all’adozione prenatale». Il che causerebbe «un limite alla fecondazione eterologa, perché si eviterebbe di generare embrioni e di importare gameti dall’estero, visto che in Italia abbiamo numerosissimi embrioni in stato di crioconservazione».
Il convegno, intitolato “Generazioni di speranza”, al quale sono intervenuti, fra gli altri, l’arcivescovo di Lecce, monsignor Michele Seccia, l’onorevole Giorgia Meloni, i consiglieri regionali Paolo Pellegrino e Saverio Congedo, è stato preceduto da quello delle Case di accoglienza federate col Movimento per la vita, il cui coordinatore nazionale è don Francesco Coluccia, sacerdote dell’arcidiocesi di Otranto. Nel 2017 in Puglia, grazie all’impegno di questo movimento, sono state salvate 94 vite, e sono state assistite 113 donne incinte. A Lecce sei nascite assicurate, assistite dieci donne. A Noha nove le nascite, undici le gestanti assistite. La vita che vince.