Lecce – Nell’ambito delle politiche d’inclusione e in occasione della ventunesima “Giornata nazionale contro le barriere architettoniche”, l’Università del Salento, il 2 ottobre scorso, ha organizzato, presso il MUSA, Museo Storico-Archeologico dell’Università del Salento, a Lecce, il seminario dal titolo: “Accessibilità e fruizione per musei e aree archeologiche: esperienze e progetti”. L’idea del progetto nasce in sinergia con il MUSA, il Dipartimento di Beni Culturali, con la partecipazione della Soprintendenza Archeologica belle arti e paesaggio per le provincie di Brindisi e Lecce e grazie alle sollecitazioni di Nazarena Savini, neolaureata in Archeologia e studentessa della magistrale in “Storia dell’Arte” UniSalento.
Una visione più inclusiva, atta a sensibilizzare verso temi che l’Università del Salento considera molto importanti, e ad assicurare il diritto di accesso per tutti alla cultura, raccomandato dall’articolo 12 della “Convenzione di Faro” e dalla Convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità.
A coordinare gli interventi Paola Martino, Responsabile Servizi per l’inclusione dell’Università del Salento che, dopo aver ringraziato i presenti, ha dato la parola a Flavia Lecciso, Delegata dal Rettore alle Politiche di Inclusione, la quale ha evidenziato quanto tutto ciò che riguarda l’inclusione sia molto importante per il Rettore Fabio Pollice che, dall’inizio del suo mandato, sta portando avanti e con successo il valore della “Diversità” legato al valore della “Persona”. “Ma affinché ci sia inclusione è necessario che ci sia accessibilità”. Dunque, ha continuato la prof.ssa Lecciso “non solo pieno accesso all’ambiente fisico, ma anche ai servizi d’informazione e comunicazione”.
L’intervento del prof. Tagliamonte, Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici “Dinu Adamesteanu”, ha sottolineato come nel corso degli anni anche sul versante museale e di ricerca archeologica sia maturata una maggiore attenzione e sensibilità sulle tematiche d’inclusione. Il prof. Ceraudio ha testimoniato un esempio di buone pratiche, infatti, grazie alla creazione di una sala multimediale, agli ingressi agevolati ed ai parcheggi riservati, potranno essere visitati luoghi come Aquinum, dove dal 2009 con il progetto Ager Aquinas si è avviata un’importante attività di scavi. “Le barriere architettoniche ledono la dignità della persona” dice il Presidente della Repubblica Italiana Mattarella, ma di cattivi esempi ne abbiamo tanti e su alcuni si sofferma il prof. Sarcinelli parlando di San Gimigliano, Sant’Antimo, Sutri (VT) e della Certosa di Pavia, senza però dimenticare di riportare anche esempi positivi come Pompei, Paestum, Agnani, Agrigento.
A conclusione del seminario, la Direttrice del MUSA, Grazia Maria Signore, ha manifestato la necessità di abbattere lo stereotipo della disabilità, perché tutte le persone, nel corso della vita, per varie motivazioni, possono trovarsi in una condizione di disabilità motoria, cognitiva o sensoriale. Esistono delle linee guida anche per i musei, che dovrebbero essere seguite, come una segnaletica interna, dei pannelli illustrativi e didascalie adeguate, vetrine poste alla giusta altezza. Bisognerebbe tenere conto anche delle persone con problematiche cognitive ed elaborare nuove narrazioni. Già da tempo il MUSA ha applicato le “buone pratiche inclusive” proponendo ai numerosi visitatori laboratori e seminari con esperienze tattili, audiodescrizioni e traduzioni LIS. È necessario ripensare all’esperienza museale partendo dalla persona, perché il museo ha un impatto sociale importante, non più solo un luogo di “conoscenza” ma di “cura” (pensiamo al Museo Toscano per l’Alzheimer).