Tutte le altre persone con patologie irreversibili che comportano dolori insopportabili, ma che non dipendono da trattamenti sanitari vitali, e i pazienti impossibilitati ad assumere autonomamente un farmaco (a causa di SLA, di una tetraplegia…) nel nostro Paese non hanno la possibilità di autodeterminarsi, e di chiedere aiuto medico attivo per la morte volontaria, poiché il nostro codice penale vieta l’omicidio del consenziente (art. 579c.p.).
Ed è proprio in virtù delle persone che non possono aspettare i tempi della politica e della giustizia, che bisogna dare la parola ai cittadini con un referendum. Di fronte al silenzio del Parlamento che continua a rimandare la riforma, il Referendum è l’unica possibilità per rendere l’eutanasia legale in Italia.
A partire da Giugno, tavoli appositi sono allestiti nelle città di tutta Italia per raccogliere le firme necessarie per convocare il referendum sull’eutanasia legale. Occorrono 500 mila firme entro il 30 settembre per portare avanti l’iniziativa e farla approdare sul tavolo delle istituzioni. Negli ultimi giorni la svolta: le commissioni Affari costituzionali e ambiente hanno approvato un emendamento che prevede la possibilità di raccogliere firme anche online, tramite spid, identità elettronica o TrustPro nella piattaforma predisposta dall’associazione Luca Coscioni. “Si tratta di una decisione storica, di una riforma epocale che offre la possibilità di firmare online referendum e leggi di iniziativa popolare”, si legge in una nota dell’associazione. La raccolta firme in formato digitale è una pratica comune in quasi tutti i Paesi europei e ora è diventata realtà anche in Italia, grazie alla pressione politica che ha trovato una prima vera svolta nel 2019, quando l’Italia è stata condannata dal Comitato diritti umani dell’Onu, grazie al caso sollevato nel 2015 dai radicali Staderini e De Lucia,con l’accusa di violare il diritto dei cittadini a partecipare alla vita politica del paese attraverso i referendum e le leggi di iniziativa popolare. In sostanza, il nostro sistema è stato accusato di boicottare soprattutto i referendum popolari, vale a dire quelli che possono essere attivati con la raccolta di 500mila firme.
Per Staderini quella attuale è “una riforma storica, una vittoria per chi crede che la democrazia sia per tutti. Con la firma digitale il referendum torna ai cittadini, che potranno raccogliere le firme senza dover chiedere permesso ai partiti”.
Solo in questo modo si possono abbattere le discriminazioni oggi esistenti, dando la possibilità di scegliere un fine vita consapevole, controllato e sereno, anche alle persone malate che necessitano di un aiuto esterno per porre fine alle proprie sofferenze.