La Festa di San Martino è celebrata l’11 novembre in tutta Italia. Si tratta di una importante ricorrenza che unisce la liturgia cristiana alla tradizione contadina legata all’apertura delle botti per i primi assaggi del vino novello.
Martino di Tours fu un vescovo cristiano che visse nel IV secolo d.C. Nato in Pannonia, una regione dell’ Impero Romano, odierna Ungheria, figlio di un ufficiale dell’esercito romano, si arruola a sua volta, nella cavalleria imperiale, prestando poi servizio in Gallia. Una notte d’inverno, durante una ronda si imbattè in un mendicante stremato dal freddo. Martino, mosso a pietà non esitò a togliersi il mantello militare e lo condivise con il povero uomo. Quella stessa notte, Gesù gli apparve in sogno e gli rivelò di essere lui il mendicante al quale aveva donato il mantello. Fu così che Martino intraprese il cammino della Fede convertendosi al Cristianesimo. Dopo vent’anni trascorsi a servire l’Impero, decise di lasciare l’esercito e di dedicarsi alla vita monastica. Per anni si dedicò ad un’intensa e fervida attività pastorale che lo portò a diffondere la parola di Dio tra i pagani e proprio il suo continuo viaggiare lo rese Santo protettore dei Pellegrini. Divenuto vescovo nel 371 d.C., fece costruire monasteri, compiendo diversi miracoli che gli valsero la santificazione; Martino morì l’8 novembre ma la data della sua sepoltura è l’11. La sua vita trascorse tra le campagne e i ceti più umili, ed è proprio per questo che il culto di San Martino è legato a riti e usanze della tradizione contadina.
In concomitanza dell’11 novembre le botti di novello vengono stappate, da qui il proverbio: “A San Martino ogni mosto diventa vino”, e in antichità era pratica comune rinnovare in quei giorni contratti agricoli e organizzare fiere di bestiame. La Festa di San Martino, oltre per glorificare il Santo è un’occasione per celebrare i frutti della terra. Ogni regione ha la sua peculiarità, in Veneto è diffusa l’usanza di mangiare il cosiddetto: dolce di San Martino, un biscotto di pasta frolla a forma del Santo a cavallo, i bambini muniti di pentole, mestoli si recano nelle case chiedendo dolciumi e cioccolatini. In Sicilia e in Puglia le celebrazioni sono legate al vino novello; gli abitanti dei paesi si riuniscono mangiando castagne, bevendo e festeggiando, degustando pietanze succulente, soprattutto carne e salsiccia arrosto.
All’estero: in Germania, la sera dell’11 Novembre i bambini sfilano per le vie con delle lanterne colorate, costruite la sera prima e cantando ”Laterne, laterne, sonne, mond un sterne” (Lanterne, lanterne, sole, luna, stelle). La processione è preceduta da un uomo a cavallo che rappresenta il Santo. In Portogallo, anche qui la festa riporta a vino e castagne. Un proverbio dice infatti: “assam-se castanhas, prova-se o vinho novo…” che significa “si arrostiscono le castagne, si assaggia il vino nuovo”. San Martino è considerato anche il protettore dei sommeliers e dei fabbricanti di botti. In occasione delle sue celebrazioni molti commercianti portoghesi ne approfittano per far assaggiare anche altre bevande tipiche del periodo come l’água-pé, una sorta di vino ad alta gradazione e la jeropiga, tipica bevanda a base di mosto, acquavite e zucchero. In Alsazia i bambini sfilano per le vie con le lanterne. In Spagna il giorno di San Martino si uccide il maiale e ancora oggi in terra spagnola un famoso proverbio recita: “A cada cerdo le llega su San Martín” (“Ogni maiale ha il suo San Martino”).