Lecce – “Mi chiamo Clara, ho dieci anni e sono cieca assoluta dalla nascita. Quest’anno dovrò iniziare la prima media e sono molto emozionata: quante cose nuove mi toccherà affrontare! Per fortuna ci sarà Nadia al mio fianco! È proprio una brava educatrice e… poi… un’amica e so che mi aiuterà a gestire al meglio tutte le mie paure o difficoltà…”
Clara è uno degli utenti del servizio di assistenza educativa didattica domiciliare a favore dei minorati della vista. Si tratta di un servizio che garantisce un supporto nello studio grazie all’aiuto di educatori qualificati che aiutano a mettere in risalto doti ed abilità di ciascun utente per renderlo più autonomo e pronto a relazionarsi al meglio con il suo handicap e gli altri. L’Assessorato alle Politiche sociali della Provincia di Lecce garantisce dal 1998 la formazione scolastica e professionale per gli studenti videolesi ed audiolesi, offrendo i servizi di assistenza necessari per l’inserimento scolastico e per la formazione umana e professionale dei ragazzi svantaggiati. Grazie a economie di cassa e a fondi reperiti nel bilancio di previsione, la Provincia di Lecce è riuscita a sostenere le spese necessarie per garantire ad una cooperativa socioculturale l’assistenza domiciliare scolastica. C’è da precisare che la Regione Puglia ha sempre stanziato fondi per questi servizi, da due anni a questa parte la Provincia di Lecce, non ricevendo più finanziamenti dalla suddetta, ha garantito di tasca propria i contributi economici ai videolesi per l’acquisto di sussidi didattici e per attività integrative, contributi per trascrizione o ingrandimento testi scolastici (trascrizione dei testi in braille) e il pagamento delle rette di ospitalità agli audiolesi negli istituti. Quindi c’è stato un impegno a tutto tondo da parte della Provincia per stare accanto alle famiglie in difficoltà e assicurare la formazione e la crescita dei ragazzi. Quest’anno, purtroppo, con la fine del servizio (31 Maggio 2014) la Provincia di Lecce ha reso noto il rischio di non riuscire più a garantire alle famiglie l’erogazione del suddetto servizio. Si affidano dunque tutte le speranze dell’utenza e di chi lavora nel servizio nelle “mani della Regione”. Attualmente le settanta famiglie e alcuni utenti si stanno mobilitando con tranquille manifestazioni davanti gli uffici della Regione e stanno raccogliendo firme che, insieme a documenti e testimonianze, attestino l’importanza e la valenza di un servizio che agevola in primis gli studenti svantaggiati e secondariamente le famiglie degli interessati. In questo clima d’incertezza e ansia per il futuro, Marika, Clara, Simone, Samuele (per citare alcuni nomi) si chiedono se e come faranno ad ottenere gli stessi obiettivi e successi a livello scolastico e personale, come allieteranno le ore pomeridiane senza la guida e l’affetto degli educatori con i quali hanno consolidato un rapporto di stima e fiducia. Ma tutto questo rischia davvero di terminare per sempre? Gli studenti videolesi corrono davvero il rischio di perdere un diritto? Che futuro spetta agli educatori e tutti i collaboratori che hanno lavorato con dedizione e passione con i ragazzi videolesi? È giusto che le famiglie debbano perdere l’opportunità di veder supportato il proprio figlio nelle attività scolastiche e nel duro percorso dell’indipendenza ed autonomia? Queste ed altre domande aspettano di ricevere delle risposte certe e non vaghe. In un’epoca in cui si è parlato tanto di diritti delle persone con disabilità e in cui l’Italia sta attuando tanti giusti tagli alla spesa pubblica l’augurio più grande che si possa fare a questi ragazzi e alle loro famiglie è che questo servizio non venga “tagliato” fuori, ma ancora sostenuto e finanziato dalle istituzioni competenti.
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