“Siamo vicini agli artisti in zone di guerra”, le dichiarazioni al 37° Congresso Mondiale dell’International Theatre Institute – ITI UNESCO redatte da Fabio Tolledi

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I membri della Comunità Internazionale delle Arti Performative ribadiscono la propria contrarietà ad ogni conflitto


Dal 18 al 22 settembre si è tenuto ad Anversa (Belgio) e Den Bosch (Olanda) il 37° Congresso Mondiale dell’International Theatre Institute – ITI UNESCO che ha riunito la comunità artistica dell’ITI da tutto il mondo, rappresentata da ottanta Centri Nazionali.  Alla chiusura dei lavori, il Congresso ha approvato all’ unanimità la seguente dichiarazione, redatta da Fabio Tolledi, presidente del Centro Italiano dell’ITI.

“Il mondo sta vivendo un terribile momento causato dalle molte guerre in corso. In ogni continente migliaia di persone stanno vivendo nella distruzione sistematica e nella violenza. In questo momento assistiamo al massimo numero di conflitti nel mondo dalla Seconda Guerra Mondiale. La comunità internazionale delle Arti Performative in tutto il mondo dichiara la propria ferma opposizione alla guerra e il bisogno di costruire concreti percorsi di pace e di dialogo permanente tra tutti i popoli. La Carta dell’UNESCO e l’International Theatre Institute sono stati creati proprio all’indomani della Seconda Guerra Mondiale come strumento di superamento del conflitto nell’intento di promuovere una costante pratica di pace. La cultura di guerra che viene diffusa ogni giorno dai social media e dai grandi network della comunicazione deve essere fermamente respinta.

Il Congresso Mondiale dell’ITI dichiara che solo il dialogo tra le culture e concrete pratiche di pace possono condurre ad una reale coesistenza nel mondo. Noi esprimiamo la nostra vicinanza e il nostro concreto supporto a tutti gli artisti che oggi stanno vivendo una condizione di sofferenza nei luoghi di guerra subendo repressione, censura, arresti, deportazioni indiscriminate, genocidi.

L’ITI continuerà a promuovere tutte le azioni possibili a sostegno delle comunità che stanno subendo la sistematica distruzione che la guerra produce. Ogni guerra è giustificata “culturalmente”. Noi, la Comunità Internazionale delle Arti Performative, dichiariamo che solo la libertà di espressione, la libertà di genere, la valorizzazione della diversità culturale, il rispetto e la protezione dell’ambiente, l’inclusione sociale, il rifiuto dello sfruttamento indiscriminato e della violenza, possono costruire la pace. Basta guerre.”