Sabato 17 Ottobre 2020 ore 17, Santuario di Sant’Oronzo fuori le mura
Lecce – La Chiesa di Lecce torna a stringersi intorno al patrono per la consueta festa autunnale di Sant’Oronzo. Una tradizione, sino a qualche tempo fa, pressoché scomparsa ma oggi tornata viva grazie all’impegno del rettore del santuario fuori le mura, don Maurizio Ciccarese, ai fedeli della parrocchia del Cuore Immacolato e soprattutto all’arcivescovo Michele Seccia.
Stando agli studi di mons. Luigi Protopapa, la ricorrenza (prevista di solito per la terza domenica di Ottobre) venne istituita per commemorare la salvezza della città dal terremoto del 12 Ottobre 1856. Tuttavia, essendosi diffusa, in poco tempo, tra i devoti, l’usanza di recarsi in pellegrinaggio al santuario fuori le mura proprio in quella occasione, ecco che nel calendario locale venne registrata come una memoria del martirio del santo. Una preziosa testimonianza dello sviluppo di questa tradizione leccese è offerta dal libro Il martirio di Sant’Oronzo e degli altri primi cristiani salentini, redatto nel 1858 dal patriota carovignese Salvatore Morelli (1824-1880). Leggendo quelle pagine si ha la netta impressione che, almeno all’epoca, la festa autunnale quasi eguagliasse, per splendore e solennità, quella agostana. I fedeli infatti, dopo aver trascorso la giornata in preghiera al santuario, conducevano processionalmente in città un’effigie della santa testa del martire, racchiusa in una teca di cristallo, sormontata da un baldacchino. Il corteo giungeva nei pressi di Porta Napoli quasi al tramonto e, dopo l’omaggio delle principali autorità civili ed ecclesiastiche, procedeva per la cattedrale tra mille ceri e fiaccole ardenti che illuminavano il tragitto. È quasi certo che un deciso slancio a queste cerimonie venne dato dal vescovo Nicola Caputo (1774-1862), personaggio noto per le vicissitudini che lo videro coinvolto nell’infuocato clima risorgimentale.
La ricorrenza quest’anno coinciderà con un evento molto significativo fissato per la giornata di sabato 17 Ottobre a partire dalle 17. Per la prima volta dopo decenni infatti la Chiesa di Lecce e la Chiesa di Ostuni si abbracceranno in un incontro ufficiale e lo faranno proprio nel luogo indicato dalla tradizione pugliese come il sito in cui il comune patrono offrì la sua estrema testimonianza alla fede cristiana. A condurre la delegazione ostunese – che vedrà anche la presenza di un drappello di componenti del benemerito sodalizio “Cavalcata di Sant’Oronzo” guidato dal presidente Agostino Buongiorno – sarà il parroco della cattedrale della Città Bianca mons. Piero Suma, in rappresentanza dell’arcivescovo Domenico Caliandro e del vicario episcopale mons. Fabio Ciollaro. Nell’occasione sarà presentato anche il volume Orontius realizzato da un’equipe di studiosi della figura del santo coordinati dal prof. Dino Ciccarese, autentica memoria storica per la città di Ostuni.
“Il culto verso la figura indicata dalla tradizione come il primo vescovo appulo sembra finalmente rifiorire – ha dichiarato mons. Michele Seccia alla testata PortaLecce.it – è un movimento di rinascita cui guardare con particolare speranza perché, partendo dal rinnovato interesse sorto attorno al santo, può condurre ad una più generale e profonda riscoperta delle radici cristiane della nostra terra e della nostra gente. Un movimento che, sorto con il giubileo oronziano turese del 2018, si è poi diffuso a livello regionale grazie alla lodevole opera di molti devoti. Si avverte la necessità di costruire una sempre maggiore sinergia tra le varie realtà, piccole e grandi, in cui il martire è conosciuto, venerato ed amato. Si tratta di un cammino di comunione al quale non possiamo sottrarci. Non una semplice sfida culturale ma piuttosto un’offerta di testimonianza, un riconoscersi reciprocamente come figli di colui che è al vertice del nostro albero genealogico spirituale. In tale ottica l’abbraccio tra la nostra Chiesa e quella di Ostuni segna inequivocabilmente un concreto passo in avanti”.