Nandu Popu, Don Rico e Terron Fabio sulla “strada” del regista tedesco Uli Möller
Lecce – Successo indiscusso per l’anteprima internazionale de Il cuore in mano, i piedi sulla strada, scritto e diretto dal regista tedesco Uli Möller. Ed è proprio la figlia dell’autore, l’appena adolescente Wilma, a raccontare la storia di una strada che si rivela un cammino, di un cammino che si rivela vita.
Durante il suo girovagare la giovane protagonista incontrerà le esistenze, che per certi versi sono “inesistenze”, di stravaganti personaggi appartenenti tutti, a loro modo, alla SS16.
Una prostituta, un “vù comprà”, un sicario, un giovane Rom, strati sociali ai limiti del rilevante, passano quasi inosservati su una strada che vive e muore tutti i giorni.
Sarà Suad, un ragazzo che nell’accampamento Rom ci vive per davvero, a passeggiare su quella strada al momento giusto, intrecciando la sua vita con quella di Nandu Popu e arrivando a conoscere i suoi cantanti preferiti, i Sud Sound System.
La band salentina, presente in sala, ha lasciato la parola a Nandu Popu che ha voluto attribuire un significato personale all’Adriatica:
“La SS16 rappresenta la differenza tra Nord e Sud, un Sud che ha una valenza di colonia del Nord. Lo sanno bene gli studenti meridionali ‘spolpati’ economicamente dal divario con il Nord. Nel film, che non vuole essere un documento a se stante, si mette in risalto l’intraprendenza della gente che vive sulla Strada Statale 16 ”.
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In un’atmosfera in cui l’essere umano è quello che è, mille tinte, mille odori, l’opera di Möller conquista lo spettatore silenziosamente, proprio come una strada, man mano che la si percorre, chilometro dopo chilometro. Ma sulla strada tutto è possibile, dice la giovane Wilma, qui, bisogna saper sopravvivere, è una continua lotta per coloro che vengono da un altro posto, da un altro.
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