Un nuovo disegno di legge apre il varco agli Psicologi: la sanità pubblica ne riconosca la valenza sociale

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Mai più il povero venga isolato e privato del diritto all’assistenza psicologica, come invece può contare sulle terapie chirurgiche, asseriva circa cent’anni fa S. Freud; oggi il vaticinio si è avverato. Il soccorso a coloro che hanno necessità di passare anche sotto la lente dello psicologo, è in via di essere sancito da un disegno di legge proposto dalla senatrice Paola Boldrini, vice-presidente della Commissione Sanità del Senato.

La questione è stata discussa ampiamente anche in presenza di esperti nel webinar organizzato dalla FIP, Federazione Italiana Psicologi dal titolo “Psicologo di cure primarie”. In cantiere c’è un progetto di costruzione a incastro delle discipline che mira al miglioramento del benessere dei cittadini e all’accesso e utilizzo del Sistema Sanitario Nazionale. L’aggravante dell’assenza di convenzioni, voucher, contratti e  quant’altro che riconoscano la regolarità del Servizio Psicologico è emerso in particolare nella quarantena.

Il lavoro in team è attivo negli USA con la denominazione “collaborative care”, arriverà anche in Italia? E che ne sarà della Puglia, spesso fanalino di coda in una Sanità che è costantemente messa a dura prova? In rappresentanza della Medicina generale dell’ASL di Lecce, il dott. Antonio Antonaci difende a spada tratta la figura dello psicologo e, intervenuto all’incontro mediatico, ne descrive le irrinunciabili competenze di questa professionalità allo stato attuale come una Cenerentola che attende il riscatto.

L’idea di Antonaci  è di condividere la casistica inviando agli specialisti, dietro collaborazione medico/psicologo, quindi elicitare la patologia latente del paziente al momento dell’arrivo alla poltrona del medico di famiglia. Antonaci, che ha lavorato in trincea  vari anni sposando la causa di questa scienza un po’ negletta nel panorama della medicina tradizionale, che opta per un rapporto multidisciplinare, mette a fuoco una domanda non considerata allo stato dell’arte che riguarda le richieste improprie di esami che la prevenzione psicologica può ridurre.

Il prototipo del medico di famiglia, ora come in passato, vive una realtà vetusta, in qualità di unico consulente nelle tematiche generali e quindi anche squisitamente emotive. La domanda di psicologia è altissima e in piena consonanza con questo scenario fanno quadrato attorno a questa disciplina, da tempi non sospetti ritenuta “la scienza del domani”, non solo professionisti sanitari ma altresì specificamente associazioni anche mediche, finalmente  auspicandone la presenza spendibile in tandem con il medico  e una formazione specialistica dello psicologo di cure primarie e non solo, additive alla laurea.

Psicologa e Giornalista Pubblicista

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