Novoli (Le) – Una serie di incontri di training e psicoeducazione all’interno dei quali si risponderà a domande come “sei un mangiatore emotivo?”, “senti il cibo come un consolatore?”, “che rapporto hai con il cibo?”, “tendi a premiarti con il cibo?”, “mangi di più quando sei stressato?”, ”continui a mangiare anche quando sei sazio?”, “sei a tuo agio con ciò che vedi nello specchio?”, ”lo sai che si perde peso prima con la testa e poi con il corpo?”
Gli incontri mirano a fornire nozioni teoriche verso un’alimentazione più consapevole mediante una serie di esercizi che affrontano diverse tipologie di cibo e diverse forme di meditazione che saranno il filo conduttore del cambiamento.
Il training avrà inizio il 6 Aprile alle ore 9.30 presso la palestra Movement Club, a Novoli.
Anche se la perdita di peso può essere generalmente raggiunta attraverso la dieta restrittiva e/o l’aumento dell’attività fisica, si stima che maggior parte delle persone, nel lungo termine, riprende il peso che ha perso e che a quattro anni e mezzo dalla conclusione di una dieta, mediamente, esse mantengono una perdita di soli 3 kg, ovvero il 3,2% della riduzione del peso iniziale. La percentuale di persone che hanno mantenuto la perdita di peso, varia da meno del 3%, se consideriamo il mantenimento del 100% della perdita di peso, al 28%, se consideriamo un mantenimento di meno del 10% della perdita del peso iniziale, dopo 4 anni (Priya Sumithran P., Proietto J., 2013).
Si stima, inoltre, che il 50-60% della popolazione manifesti un qualche comportamento alimentare disfunzionale, rientrando nella categoria di quella che comunemente viene definita “fame nervosa” o “fame emotiva”. In generale, l’emotional eating è il ricorso al cibo per placare emozioni che il soggetto non è in grado di temperare diversamente. Le emozioni possono essere sia negative, sia positive. Tra le sensazioni che scatenano l’assunzione di cibo possono essere comprese la noia, vissuta come assenza di stimoli, la stanchezza fisica o l’esigenza di rilassarsi.
Un’altra caratteristica di questa popolazione è la presenza di credenze rigide (i cosiddetti pensieri “tutto o nulla”), accompagnata da ruminazione o soppressione del pensiero (“Non devo pensare al cioccolato”). Di conseguenza, si osserva un tipico circolo vizioso, caratterizzato da restrizione cognitiva e comportamentale rispetto al cibo con conseguente sovra-alimentazione e nuova restrizione (“L’effetto paradosso della restrizione alimentare”). (Montesarchio T.)
Le psicologhe Sara Bacca e Andreina Nobile attiveranno dei corsi attraverso i quali si potrà apprendere e sperimenterete in prima persona il protocollo MB-EAT ovvero mindful based eating awereness training (training di alimentazione consapevole basato sulla mindfulness).
La mindfulness è essere consapevoli di ciò che accade nel qui ed ora, quindi anche dei propri pensieri, emozioni e fenomeni fisiologici.
Con la pratica della Mindfulness coltiviamo la possibilità di liberarci dagli schemi reattivi abituali che guidano i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre azioni.
La mindful eating insegna:
- Ad osservare i pensieri come eventi mentali;
- la distinzione tra gli aspetti psicologici dell’esperienza emotiva e gli stimoli della fame e della sazietà;
- a dare valore al gusto ed ai sensi (come mangiare), pertanto non bandisce alcuna categoria di cibi (cosa mangiare);
- l’accettazione delle emozioni come parte dell’esperienza umana, con minore reattività ad esse;
- la consapevolezza degli stati interni, attraverso la pratica meditativa e di auto-osservazione.
- Ad essere autonomi nella pratica a lungo termine.
Per saperne di più potete consultare la pagina Facebook “Mindful Eating Lecce” o Instagram “Mindful_Eating_Lecce”.
Per info costi e prenotazioni “mindful.eating.lecce@gmail.com” o contattateci ai recapiti telefonici presenti sulla locandina.