“Voci di Palestina” al Teatro Astràgali di Lecce

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“Voci di Palestina” è il titolo dell’incontro avvenuto nella serata di martedì 11 giugno 2024, nella sede del Teatro Astràgali a Lecce. A dare il benvenuto ad una delle più importanti tra le scrittrici palestinese Suad Amiry è Roberta Quarta, storica attrice di Astràgali, che ricorda il suo primo romanzo “Sharon e mia suocera” del 2003, tradotto in molte lingue ed edito da Feltrinelli. Un susseguirsi di successi e di storie da raccontare ricche di dettagli e di umanità. La stessa che con ironia e schiettezza eviscera nel corso di una lunga intervista nella quale si sono succedute con domande e considerazioni molto interessanti Samuela Pagani, Marisa Manno e Marisa Savoia.

Ogni libro di Amiry è infatti caratterizzato da una doppia inquadratura, una più ironica e l’altra più cruda che mira a far emergere la disperazione della popolazione palestinese. “La sua presenza, qui oggi, e in questo preciso momento storico -sottolinea Quarta- è ancora più importante, perché testimonia il genocidio che sta avvenendo a Gaza dallo scorso ottobre, dove sono state uccise più di 37.000 persone palestinesi, per la maggioranza donne e bambini e ferite quasi 85.000, dunque, una guerra che non è una guerra fra due controparti ma è una guerra contro una popolazione civile”. Suad Amiry è un’architetta, ha fondato il Centro Riwaq-for Architectural Conservation a Ramallah e per molti anni ha insegnato in varie e prestigiose università, e anche un’attivista politica impegnata da sempre per la pace del popolo palestinese, costretto a fuggire dalla Palestina e umiliato con la perdita di tutto. I suoi libri sono memoria storica, parlano di case perdute e di ricordi da custodire e tramandare, perché l’occupazione non uccide soltanto le persone ma anche la memoria e la conservazione del patrimonio culturale, sono reinvenzione del patrimonio architettonico, del paesaggio urbano e dell’architettura di villaggio della Palestina, rivisitazione di una memoria individuale e di famiglia, delle straordinarie finestre su molti degli aspetti della Palestina e sulla sua cultura straordinariamente ricca e stratificata che appunto include la storia del vicino Oriente ma anche una cultura cosmopolita. Suad Amiry inizia a scrivere all’età 50, e diventa scrittrice per caso, quando Sharon, primo ministro d’Israele, da l’ordine di occupare la città di Ramallah, dove abitava con la suocera novantenne, mentre il marito, è fuori sede per lavoro. Scrive dei quaranta giorni di assedio e di occupazione. Lo fa ogni sera con una breve storia, dove racconta la sua quotidianità, poi, inizia ad inviarli agli amici che li propongono alla casa editrice Feltrinelli e così, da lì in poi, la sua attività di scrittrice diventa a tempo pieno. Scrive: “Ai bambini mancava la scuola ma rimpiangevano anche i giochi nei vicoli, il mare salato e le spiagge dalla sabbia sottile in cui affondare i piedi, le cavalcate in groppa a un asinello, i tuffi nelle cisterne dell’acqua, piangevano soprattutto la perdita… il proprio frutteto, il balcone, la sala, il tavolo da pranzo, la stanza in cui ricevere cerimoniosamente gli ospiti… i tappeti persiani, i libri e i quadri, le tazze e i bicchieri di cristallo, la credenza in cucina, straboccante di cibi di stagione e dell’olio… i rimpianti del servizio di porcellana ricevuta ricevuto in dono…”

Toccanti le letture ascoltate nel corso della serata grazie a Roberta Quarta, Matteo Mele e Simonetta Rotundo, della Compagnia Astràgali. Il successo di Amiry si deve anche alla bellezza della parola ricercata e alla sua grande capacità descrittiva. Particolari anche i titoli dei suoi libri, come l’ultimo romanzo del 2020 “ Storia di un abito inglese e di una mucca ebrea”.

Laurea Triennale DAMS è attualmente iscritta alla magistrale di Storia dell’Arte. Socia fondatrice di "Palchetti Laterali", svolge attività di divulgazione teatrale e di tutoraggio per studenti con disabilità psicomotoria e sensoriale. In possesso del diploma di 1° Livello in LIS è anche esperta in Audiodescrizione

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