“Dire non ciò che ci piace ma ciò che è vero”: intervista ad Antonio Soleti, Direttore Editoriale di Paisemiu.com (2)

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Antonio SoletiComunicare, informare, “Dire non ciò che piace ma ciò che è vero”. Questo il pensiero guida di Antonio Soleti, Direttore Editoriale di Paise Miu che si racconta al “suo” giornale nel giorno in cui viene “svelata” la nuova veste grafica del sito, ora più ricco di contenuti e rubriche tutte da sfogliare.

Di lui dice pure: “La mia identità è in divenire perenne. Non ho un’identità da proteggere, ho un’identità da realizzare, un’identità che avanza, che cresce, che evolve. La mia identità di oggi non è più quella di ieri.

Chi sono io? Sono le mie idee che ho cambiato, le emozioni che ho avuto, belle o brutte, sono la mia volontà. La mia identità è il comporsi di tutte queste cose, per cui sono braccia che si stendono, non sono radici immobili”.

Quali sono, a Suo avviso, i valori della comunicazione?

Intanto è necessario intendersi sul concetto di comunicazione. Siamo nell’era dell’ipercomunicazione: la rete, i social ci permettono di restare costantemente connessi, informati. E, spesso, non comunichiamo un bel niente, se non il vuoto che ci portiamo appresso.  Bisogna partire da un’idea di uomo che abbia il desiderio e la necessità di osservare la realtà, di giudicarla a cominciare da un sistema totale di giudizi e valori, condividere le opinioni, confrontarsi, imparare. Credo che un valore fondamentale sia l’onestà intellettuale dei comunicatori che, talvolta, è latente.

Definizione di “comunicatore” secondo Antonio Soleti…

Chi è un comunicatore? Semplicemente chi ha un fatto, un giudizio, un pensiero e il desiderio di condividerli. La domanda che mi pongo io è: Chi è un buon comunicatore? Quando la comunicazione è efficace? Calvino ci dice che una buona comunicazione deve rispondere ad alcune caratteristiche: leggerezza, esattezza, rapidità, molteplicità, coerenza. Essere un buon comunicatore è stabilire un rapporto privilegiato, empatico con i nostri interlocutori.

Ci racconti di “Paise Miu”…

Quando il viaggio di Paisemiu.com è iniziato, aveva un’unica meta: offrire un’informazione che fosse non solo per e al servizio del cittadino, ma soprattutto un’informazione che diventasse megafono delle problematiche sociali, che creasse momenti di aggregazione. Ci è sempre piaciuto pensare che la parola informare fosse la fusione tra formare e insieme. Per tale motivo abbiamo chiesto ai nostri lettori di essere parte integrante della nostra redazione, di segnalare e di solleticare la nostra coscienza per portare il nostro sguardo al di là del nostro stesso naso. Siamo sì un web giornale, ma questo non ci ha mai reso veicolo di cronache spicciole e fugaci, dettate dal pettegolezzo o dallo scoop. Soprattutto siamo un web giornale che non vuole diventare schiavo di internet e del pc, siamo consapevoli dell’importanza primaria di tale mezzo di comunicazione, ma siamo anche consapevoli che non sia l’unico e che non possa mai sostituire il dialogo seduti al tavolo di un bar. Internet è un mezzo e mai il fine, come tale va utilizzato. Con questa convinzione nel cuore, abbiamo lavorato per costruire una serie di iniziative che possano vederci tutti comodamente riuniti a parlare, per riscoprire il piacere di stare insieme e non solo.

Non importa il mezzo, lo strumento con cui si comunica ma il modo, il coinvolgimento personale. Se a tutto questo si aggiunge la testimonianza, la genuinità e il guardare limpido, allora gli ingredienti sono perfetti per una buona e sana informazione. Non si può parlare e scrivere a tesi precostituite e da dimostrare, ma solo ed unicamente per mettere al servizio del bene e del buono le proprie capacità.

Il criterio che presiede la scelta di una notizia, a preferenza di un’altra, non deve essere quello di soddisfare il palato dei lettori; così facendo non si osa mai e mai si potrà donare qualcosa di nuovo; quanto piuttosto quello del servizio alla persona umana e della sua dignità. Dire non ciò che piace ma ciò che è vero. “È preferibile una pessima verità ad un’ottima bugia”. La verità rende liberi. San Francesco di Sales, dialogando, scrivendo, incontrando, proponeva la sua testimonianza. Ecco l’esempio da seguire: accogliere per incontrare; condividere per moltiplicare; collaborare per integrare; dialogare per ascoltare; scrivere per servire.

Secondo Lei, nell’era del web, c’è spazio per una comunicazione più profonda e introspettiva? 

Guai se così non fosse. È vero, esiste il rischio reale dell’appiattimento, facciamo indigestione di citazioni, immagini, informazioni… Il web è come la dispensa di un grande ristorante,  rischiamo di mangiare di tutto, anche cose inutili o dannose, i social spesso disegnano una realtà finta o stereotipata. Ma la rete è anche una grande risorsa, se usata con intelligenza. La facilità nel reperire informazioni è senz’altro un vantaggio, perché ci mette a disposizione una grande quantità di spunti di riflessione. Quello che dobbiamo imparare a fare è buttare via ciò che non serve. Umberto Eco cita Funes El Memorioso, un personaggio di un racconto di Borges, il quale ricordava tutto: era un uomo dalla memoria totale, non in grado di ragionare, perché incapace di filtrare. Internet ci induce a questo: a non distinguere il vero dal falso. Ma ci dà anche un’enorme possibilità: ci consente di dar forma e voce ai nostri pensieri, al nostro vissuto, alle nostre emozioni, grazie al bagaglio di dati che ci fornisce. Ciò che è importante è il filtro, il modo in cui  noi usiamo il web; dobbiamo ricordare sempre la differenza tra la forma e la sostanza. Del resto, il nostro stile di vita spesso non ci permette una comunicazione profonda e vicina, la prossemica è del tutto alterata. Che fare, allora? Rinunciare in partenza o utilizzare in modo intelligente gli strumenti a disposizione, e quindi la rete e tutto ciò che facilita la comunicazione?

Come considera lo scenario attuale locale dell’informazione?

L’informazione locale attualmente presenta uno scenario variegato, in grado di consentire un’informazione capillare. Il mio auspicio è che essa cresca in quanto comunicazione, sguardo attento e vigile sul territorio, polo dialettico per quanti si interrogano sulle realtà locali,  che sia intelligente trait-d’union fra i lettori e gli eventi.

Come si possono conciliare sentimento e scrittura?

La scrittura è semplicemente lo strumento che dà forma al sentimento, ne permette l’espressione, la condivisione.

Il Salento nella Sua scrittura…

Il Salento nella mia scrittura è presente nel senso che inevitabilmente i suoi colori, profumi, suoni mi accompagnano. Tuttavia, non amo i municipalismi,  non c’è una dimensione localistica nel mio scrivere. Se proprio vogliamo fare  riferimento a un’appartenenza geografica, diciamo che cerco un respiro più ampio, all’interno dell’identità nazionale.

Qual è il segreto per ovviare alla banalità nella comunicazione?

Parlare solo se realmente si ha qualcosa da dire, avere uno sguardo capace di guardare la realtà oltre il velo e le sovrastrutture.

Paisemiu è una finestra che permette al lettore di affacciarsi ogni giorno sulle notizie del Salento per sapere cosa accade intorno a noi. Un web giornale che vuole rendere partecipi i propri lettori, che vuole entrare nelle loro case e chiedere loro con quali problemi devono convivere ogni giorno, quali le ingiustizie che devono ingoiare senza che nessuno dia loro voce. A questo dovrebbe servire il “quarto potere”, a dar voce a chi non ne ha, facendo da tramite tra i cittadini e le pubbliche amministrazioni spesso poco attente alle esigenze della comunità. Auspichiamo quindi di diventare non solo il vostro punto di riferimento nell’informazione quotidiana ma, soprattutto, il megafono dei cittadini per rendere loro un vero e proprio servizio.

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