Guagnano, Francesco Taurino torna a produrre grandi vini

0
1401

Guagnano (Le) – Dopo aver abbandonato la nota azienda di famiglia, Francesco Taurino, nel dicembre del 2017, fonda a Guagnano, Wine House. Si tratta di una realtà aziendale in ambito vitivinicolo di tutto rilievo, sia sotto il profilo produttivo sia sotto il profilo organizzativo e commerciale. Il primo vino prodotto ha un nome molto particolare: “Filifilori” (di padre in figlio) ispirato al tramandarsi un’attività preziosa e di lustro qual è stata quella della famiglia Taurino. Per Francesco “Filifilori” è il simbolo della continuità, in un sapere produttivo tra i più importanti del nostro Salento, e dunque, anche della filosofia della sua azienda. Si tratta di un vino rosso da tavola ottenuto esclusivamente da alberelli di negroamaro.

In un pomeriggio assolato di giugno, incontriamo Francesco, nel suo punto vendita di Guagnano. E’ un luogo bello, suggestivo, accogliente e che ben si coniuga con i modi gentili e raffinati del nostro interlocutore. Le pareti sono arricchite da antichi e preziosi ritratti raffiguranti i suoi antenati dediti, da sempre, alla produzione di vini eccellenti. L’ambiente, ovviamente, è elegante: arredi in legno di noce scuro, moquette rossa, bottiglie di vino pregiato sistemate con cura. La Taurino Wine House è un’azienda saldamente legata alle proprie radici, e tuttavia con lo sguardo rivolto al futuro e a scenari ampi. Non a caso vanta la sottoscrizione di due contratti d’esclusiva negli Stati Uniti d’America e in Danimarca.

Dott. Taurino, dopo un periodo di stand by “forzato” a seguito del patto di non concorrenza con la sua azienda storica, ha ripreso l’attività che ha sempre coltivato, mettendo fine ad una sosta durata ben quattro anni. Come ha vissuto questo periodo lontano dal mondo del vino?

Sono stati quattro anni durissimi, momenti che non dimenticherò mai. Se sono riuscito a superarli devo dire grazie a mia moglie Rosanna e a mio figlio Cosimo, che mi hanno confortato e aiutato molto.

Come e in che maniera ha intrapreso nuovamente l’attività di produttore di vini interrotta qualche anno fa?

Questi quattro anni mi sono serviti per dare forza al mio nuovo progetto. Ogni giorno trascorso è stato un giorno in meno che mancava al nuovo inizio e alla nuova ripresa. Il progetto è nato subito, nel momento in cui ho firmato l’uscita dalla vecchia azienda di famiglia.

Come ha sviluppato la sua produzione una volta riavviata?

La prima cosa a cui ho pensato è stata quella di produrre un prodotto di Negroamaro 100% per dimostrare principalmente a me stesso di cosa fossi capace, ed è nato il “Filifilori”, a seguire il rosato Extra, il bianco Acine e lo spumante di Negroamaro vinificato bianco, il Brillocco. In questi mesi stiamo avendo grandi soddisfazioni sia a livello giornalistico che commerciale avendo ricevuto diverse recensioni importanti da giornalisti esperti del settore. A marzo inoltre, abbiamo partecipato al concorso enologico di Londra, al quale hanno partecipato case vinicole di tutto il mondo, accreditandoci la medaglia di bronzo. Per il futuro c’è una programmazione molto corposa e ricca da sviluppare in itinere.

Suo padre ha vantato una bella e profonda amicizia con Gino Veronelli, enologo, gastronomo e scrittore italiano, che viene ricordato come una delle figure centrali nella valorizzazione e nella diffusione del patrimonio enogastronomico italiano.

Si, l’incontro tra mio padre e Veronelli avvenne nel 1974 e da allora divennero amici inseparabili. Gino rimase molto colpito dalla figura di mio padre, un farmacista che ad un certo punto della sua vita mette da parte la professione per dedicarsi totalmente alla sua passione, e, quindi, produrre vini eccellenti riuscendoci. Mio padre fondatore della cosiddetta politica della qualità, è considerato il pioniere del Negroamaro nel mondo ed è a lui che si deve parte del merito per l’affermarsi del Salento vinicolo sui mercati internazionali.

Concludiamo l’intervista con Francesco il quale, con gli occhi che non tradiscono l’emozione, afferma: “La storia la fa … chi l’ha vissuta!” Una frase che a saperla leggere ha un rimando ai suoi vissuti degni di un’appassionante ed intensa biografia.