I “100 Giorni”

0
841

Che siano passati decenni o solo pochi anni, la maturità, si sa, rimane nel cuore di ognuno. Per qualcuno è il ricordo di un lieto momento, per qualcun altro rimane solo una dura e non sempre soddisfacente circostanza che si cerca di dimenticare.

E, chi si appresta ad affrontarla, si spera per la prima e unica volta, nutre una sensazione che racchiude le emozioni appena descritte: timore che si possa rovinare tutto il lavoro di anni in pochi giorni, ma anche entusiasmo perché si viene a chiudere un ciclo di anni fondamentali per la loro formazione e poi ansia, incertezza, trepidazione. Ed è proprio con questa sfilza di sentimenti che i maturandi 2013, come di consueto, si accingono a festeggiare i cosiddetti Cento giorni alla maturità. Quest’anno ricorrono lunedì 11 marzo, essendo stato stabilita mercoledì 19 giugno la data per la prima prova scritta di italiano e, se la matematica non è ancora un’opinione, i conti portano proprio a  lunedì.

Questa ricorrenza, chiamata più abitualmente cento giorni, è una tradizione ormai consolidata non solo nel Salento e, come tale, viene festeggiata in un modo diverso in base alla località (come sempre i detti non sbagliano: “Paese che vai, usanza che trovi!”).  Come ormai accade per tutte le “feste”, anche questa, anno dopo anno, si è ingrandita e dalle semplici marinature (le “nnargiate” alla salentina), che raccontano i professori ai loro studenti con un pizzico di nostalgia, si è passati alle vere e proprie gite fuori porta.

A Lecce l’usanza è proprio questa: organizzarsi per classe e, con l’essenziale aiuto dei compagni neopatentati, dirigersi verso una casa al mare, per passare un’intera giornata, completa di pranzo e sana euforia tra compagni di liceo. Ecco, poi, spuntare altre piccole tradizioni: fare un salto a Copertino per rivolgere una piccola preghiera a San Giuseppe (protettore degli studenti), scrivere sul bagnasciuga il voto che si spera di ottenere a conclusione degli esami in attesa che le onde del mare arrivino a coprilo e a cancellarlo, oppure suonare goliardicamente il clacson della propria macchina mentre si fa il giro della scuola (dirigenza permettendo).

Insomma, clacson o no, preghiera o meno, quello dei Cento giorni rimane uno dei ricordi più belli e affascinanti degli anni del liceo, in cui amicizia e spensieratezza scandiscono le ore di un giorno che, si spera, porti un altro tipo di “cento” dopo qualche mese! 

{loadposition addthis}

Paisemiu è una finestra che permette al lettore di affacciarsi ogni giorno sulle notizie del Salento per sapere cosa accade intorno a noi. Un web giornale che vuole rendere partecipi i propri lettori, che vuole entrare nelle loro case e chiedere loro con quali problemi devono convivere ogni giorno, quali le ingiustizie che devono ingoiare senza che nessuno dia loro voce. A questo dovrebbe servire il “quarto potere”, a dar voce a chi non ne ha, facendo da tramite tra i cittadini e le pubbliche amministrazioni spesso poco attente alle esigenze della comunità. Auspichiamo quindi di diventare non solo il vostro punto di riferimento nell’informazione quotidiana ma, soprattutto, il megafono dei cittadini per rendere loro un vero e proprio servizio.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore scrivi un commento valido!
Inserisci il tuo nome qui

Convalida il tuo commento... *

CONDIVIDI
Previous articleSe dici “DONNA” …
Next articleSilvio e la “barzelletta” della visita fiscale