In una società così fortemente tesa alla perfezione, siamo realmente liberi di essere noi stessi? Troppe sono le catene che ci costruiamo e che ci tengono prigionieri di noi stessi e degli altri. Le barriere che innalziamo altro non sono che la paura di essere, di voler essere o di dover essere.
La costante necessità di dovere, a tutti i costi e in ogni modo apparire sempre al meglio non fa di noi persone libere, ma perennemente coinvolte in una realtà che ci rende più che lontane da ciò che realmente siamo.
Il continuare a dover essere e apparire al meglio in ogni circostanza, in ogni situazione ha ben poco a che vedere con la libertà. Non crea persone, ma mostri e quel mostro si fa strada dentro di noi: è la paura di non riuscire, la paura di non potercela fare, la paura di non essere all’altezza in una società che ci chiede di esserlo in ogni momento della nostra giornata. La paura crea agitazione, estrema apprensione e forti disagi. Con il passare del tempo possono sorgere sempre più frequenti episodi di angoscia e di terrore. Gli attacchi di panico, l’ansia così come la depressione, sono oggi molto diffusi e determinati spesso dall’eccessivo bisogno di essere accettati, di essere amati, stimati, ammirati. Il bisogno è tale che si perde il contatto con la realtà, finché non siamo noi stessi a non accettarci più, a non amarci, a non stimarci e a non rispettarci. Così, siamo catapultati in un’altra dimensione, da cui difficilmente si esce senza l’aiuto di qualcuno.
“L’altro volto della vita” di Catia Melcore, edito da Pensa (Marzo 2017, pp.151) è forse uno dei più bei libri scritti sull’argomento. Una scrittura chiara, limpida, elegante che affronta uno dei temi più difficilmente discussi nei giorni nostri, con una chiave romantica, riflessiva e a volte ironica.
Tratto da episodi della vita dell’autrice, costretta a combattere in prima persona contro i rumori di un male inizialmente impercettibile, “L’altro volto della vita” è un chiaro esempio di come sia necessario avere il coraggio di opporsi a tutto quello che i pregiudizi delle persone possano determinare, anche involontariamente. A risentire di un maggiore disagio sono poi i soggetti particolarmente sensibili, i quali continuando ad accontentare gli altri, si dimenticano di se stessi. L’amore non corrisposto, piuttosto che un consiglio male interpretato, la fiducia rubata sono tutti episodi che possono scatenare forti e perduranti malesseri.
L’autrice, con mente lucida e con l’animo di chi ha finalmente ritrovato se stessa, si denuda dall’ipocrisia che tutto ciò che è perfetto possa essere un bene per se stessi e per chi ci sta attorno, in un romanzo illuminate e coinvolgente. Gli episodi raccontati da Catia, nel suo libro, ripercorrono in brevi capitoli, esperienze di quotidianità che hanno certamente segnato la vita di tutti. Spaziando dall’amicizia al lavoro, dall’amore alla carriera, dai sogni alle paure, l’autrice elabora un excursus all’interno di ogni età, ripercorrendo eventi in particolare che hanno determinato dispiaceri e riflessioni e che con il passare del tempo hanno poi rotto quell’equilibrio che permette di vivere serenamente. Singoli episodi che se sottovalutati o “non presi in tempo”, come una malattia s’impadroniscono del corpo umano fino ad arrivare, con gli anni, a divorare l’anima.
Potrebbero sembrare episodi isolati e a volte possono ferire senza che noi ce ne accorgiamo, ma se si ripresentano più volte, possono innescare una bomba a orologeria, provocando perfino problemi di salute, come stati di ansia e attacchi di panico, fino ad arrivare alla depressione.
Quale dono più grande possiamo fare a noi stessi se non quello di non dimenticarci mai chi siamo, di quello che possiamo e anche di quello che non possiamo fare. Il tempo a disposizione poi, è talmente poco che sarebbe un oltraggio sprecarlo a punirci e a colpevolizzarci per ciò che non siamo stati in grado di fare. Non è la perfezione che dona felicità e se la vita è la continua ricerca della felicità, è importante non sbagliare strada. È questo il messaggio che Catia intende mandare e che accompagnerà il lettore, strappandogli a volte anche un sorriso, alla riflessione che l’unicità è bellezza.
Ognuno possiede delle qualità straordinarie che ci rendono quello che siamo.
Catia Melcore è nata a Campi Salentina e vive a Cavallino. Da sempre appassionata di scrittura. L’altro volto della vita è il suo primo romanzo.